Le Grandi Dimissioni. Alla ricerca di una vita sostenibile

Il tema della sostenibilità investe ogni aspetto della nostra vita. Anche quello lavorativo. Il fenomeno delle Grandi Dimissioni ha portato alla luce quanto la ricerca di una vita rispettosa delle nostre emozioni possa spingerci ad affrontare l’incertezza e condurci lontano.  

“Sostenibile” significa “Che può essere affrontato”.  

Ragionando sul concetto di sostenibilità mi sono imbattuta in articoli, podcast, blog, libri, conferenze che negli ultimi mesi hanno popolato social e rubriche. Ad oggi possiamo attingere a una grande quantità di informazioni e nozioni sul tema della sostenibilità.

Ma cosa si intende per sostenibilità?

“Sostenibile” significa “che può essere affrontato”. – Illustrazione di Tiziana Pesenti

Stando al vocabolario, sostenibilità significa “La possibilità di essere sopportato, spec. dal punto di vista ecologico e sociale.”


La definizione di sviluppo sostenibile secondo la Commissione delle Nazioni Unite è “lo sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere le capacità delle future generazioni di soddisfare i propri”. La sostenibilità è legata al processo di cambiamento, dove lo sfruttamento delle risorse, gli investimenti e l’integrazione tecnologica lavorano assieme per valorizzare non solo il potenziale attuale, ma anche quello futuro. I pilastri sui cui si fonda sono, convenzionalmente, tre: economico, ambientale e sociale. Se interconnessi e adeguatamente comunicanti, possono dar vita a sistemi e società virtuose e rispettose degli ambienti socio-culturali nelle quali sono inserite. 

Oltre le convenzioni, però, ci siamo noi, che abitiamo e viviamo questi contesti socio-culturali con le nostre quotidianità, i nostri desideri, i nostri sogni, facendo del nostro meglio per vivere in “maniera sostenibile”. 

Ognuno di noi agisce con la sua matrice e la sua motivazione personale che lo spinge a differenziare i rifiuti, a scegliere la bicicletta al posto dell’automobile, a chiudere il rubinetto mentre ci si spazzola i denti, a coltivare l’orto condominiale condiviso, a scegliere lo scambio di abiti usati piuttosto che acquistarne di nuovi. Potrei citare tanti esempi virtuosi, facilmente scovabili nel mondo del web. Ma io vorrei uscirne, oggi, e vedere cosa succederebbe se alla parola sostenibilità affiancassimo un quarto pilastro: l’emotività. 

Vivo da due anni in una regione montana del nord Italia perché nel settembre 2020, in piena pandemia, quando iniziavano ad aprirsi primi spiragli di libertà rivelatesi poi essere solo momentanei, ho lasciato tutto quello che avevo costruito in ventotto anni tra le risaie della pianura padana e i navigli milanesi. Col senno di poi, ho scoperto di non essere stata l’unica, ma anzi, che come me stava facendo circa l’85% in più di lavoratori rispetto all’anno precedente la pandemia (fonte: Ministero del Lavoro, Banca d’Italia e ANPAL).

Tutto questo sarebbe diventato un vero e proprio fenomeno, chiamato “le Grandi Dimissioni”.

L’ho fatto perché una spinta dentro di me mi diceva che quella vita non era quella che volevo. Che dovevo cercare altro, o altrove, una vita che mi rendesse serena e in equilibrio. Si è trattato, in verità, di una scelta di pancia, che devo ammettere di aver fatto nel pieno delle mie possibilità di quel momento, nonché nel pieno di tutte le mie paure. Ho pensato “Se non ora, quando?” con tutta la spontaneità, la semplicità (e l’ingenuità) che chi mi conosce sa bene che spesso mi contraddistinguono.

Ho lasciato un lavoro da Art Director in un’agenzia pubblicitaria di Milano, dove avevo un contratto a tempo indeterminato e un’infelicità a tempo illimitato che mi garantivano uno stipendio fisso alla fine del mese.

Le Dimissioni come strumento di libertà: alla ricerca di una vita emotivamente sostenibile. “Avevo un contratto a tempo indeterminato e un’infelicità a tempo illimitato” – Illustrazione di Tiziana Pesenti

Non sopportavo il peso della contraddizione che in quegli ambienti regna sovrana: si organizzano teambuilding per creare affiatamento tra colleghi ma poi, di contro, non viene persa occasione per fare nascere competizione e gelosie interne. La vita privata sembra non essere importante ma, anzi, completamente ignorabile. Ciò che conta è dimostrare di lavorare sempre di più e sempre meglio.

Ho abbracciato l’incertezza e me ne rendo conto solo adesso, abbandonando quell’illusione di felicità ovattata che ti porta, di contro, la certezza.

Se lo chiedeste ai miei genitori probabilmente non sarebbero d’accordo con me. Tutt’oggi si chiedono come abbia fatto, con uno sguardo nei miei confronti sempre a cavallo tra l’affascinato, l’ammirato e il preoccupato. Ho abbandonato la certezza, per quanto mi riguarda, non solamente dal punto di vista lavorativo e professionale ma anche personale, avendo lanciato alle ortiche solo poche settimane prima il mio matrimonio, già organizzato e fissato. Insomma, nel giro di un paio di mesi la mia vita si è totalmente ribaltata. Se qualche anno fa mi avessero raccontato cosa sarei riuscita a ricostruire e come sarei riuscita a ricostruirmi non ci avrei mai creduto. Qui dove vivo ho trovato una nuova dimensione. Certamente non è quella di un lavoro fisso, ma mi dà l’opportunità di vivere a pieno le mie giornate, libera delle mie decisioni e padrona del mio lavoro da Art Director e illustratrice Freelance.

Vivo finalmente a contatto con la Natura, perché la vicinanza con la terra è molto più sentita. E anche se si sta per due settimane senza uscire per fare trekking, si vive a contatto con l’ambiente, con la montagna, con il lago, con le vigne e gli uliveti.

Qui la pioggia è semplicemente pioggia, non un peso che intensifica il traffico del lunedì mattina. La neve è semplicemente neve, non un imprevisto che sporca le strade. Le persone sono semplicemente persone, e spesso non una fonte di guadagno o un numero seriale del badge di lavoro. 

“Vivo finalmente a contatto con la Natura. Cambia il paradigma, cambia la scala di valori, cambiano gli occhi con cui si guarda il mondo”. – Illustrazione di Tiziana Pesenti

Con questo non voglio rinnegare quello che è stata la mia “vita precedente” – e la chiamo così volontariamente, perché adesso mi sembra di viverne un’altra totalmente nuova. Vorrei solo scrivere di come ho dovuto, nella mia piccola esperienza, valutare quanto fosse emotivamente sostenibile una scelta piuttosto che un’altra, quando, di contro, l’altra scelta era anche solo restare ferma dove mi trovavo, nella vita che conoscevo e che avevo imparato ad apprezzare con gli anni.

Se il concetto di sostenibilità è strettamente legato al concetto di cambiamento e di sguardo al futuro è facile capire come adattarlo alle nostre vite e come fare dei ragionamenti soggettivi che possano aiutarci a “sfruttare” a pieno le nostre risorse personali per inseguire la felicità, o qualcosa che le si avvicini il più possibile. 

Rispettando noi stessi, i nostri desideri, le nostre paure, i nostri passati traumatici, i nostri ricordi felici, i nostri passi falsi e i nostri difetti più profondi, senza giudicarci, possiamo arrivare a capire quanto una scelta sia da noi sostenibile nel lungo periodo. Rientra nella nostra necessità di essere umani e di tutelare noi stessi in un momento storico che sembra non vedere mai luce. È adesso, quando tutto intorno a noi sembra crollare e tornare ad essere precario, che dobbiamo prendere il coraggio di ascoltare. Seguendo quella voce interna che troppo spesso mettiamo a tacere. 

A Milano si parla di lavoro prima ancora di sapere il nome dell’interlocutore. Adesso, qui in Trentino, mi rendo conto di avere intere conversazioni senza che l’argomento lavoro venga nemmeno sfiorato.

Cambia il paradigma, cambia la scala di valori, cambiano gli occhi con cui si guarda il mondo. Tutto sta nell’essere pronti ad accogliere il cambiamento. E, a lungo termine, a sostenerlo con tutti i nostri mezzi e il nostro bagaglio emotivo. Presto potremo accorgerci che avremmo dovuto rischiare prima, perché eravamo pronti da molto più tempo di quanto pensavamo.

 

Testo e illustrazioni di Tiziana Pesenti (Illustratrice e Art Director, specializzata in Branding e Green Design, Tiziana è tra i docenti della nostra Summer School in Green Marketing