Biofilia: da bio “vita” e philia “amore per”. Una parola che non esisteva prima del 1946, quando Erich Fromm la conia per definire la generale attitudine dell’uomo verso la vita. Ma è negli anni ’80 del 1900 che il biologo E.O.Wilson la usa per la prima volta per descrivere un fenomeno antico quanto il mondo e radicato nel nostro essere “animali umani”: la curiosità e l’amore verso il mondo naturale in generale, le piante e gli altri animali.
Il concetto di “biofilia”, così come teorizzato da Wilson, rivela un aspetto fondamentale dell’esistenza umana: una profonda affinità intrinseca, biologicamente radicata, con il vasto regno naturale che ci circonda. Questo legame, tutt’altro che superficiale, costituisce una risposta evolutiva incisa nei nostri stessi filamenti del DNA e sviluppatosi attraverso millenni di adattamento alla vita terrestre. Un parametro scientificamente misurabile.
“L’uomo, per costituzione, ama la vita e la protegge” – E.O.Wilson

Biofilia: che cosa accade quando viene messa a tacere?
Abbiamo visto come la biofilia si riferisca all’innata affinità e connessione emotiva degli esseri umani con il mondo naturale e con altri esseri viventi. Questo concetto suggerisce che gli esseri umani abbiano un’attrazione e una curiosità innata verso gli ecosistemi e le altre forme di vita sulla Terra. Ma cosa accade quando non è così? Come spiegare fenomeni come la distruzione degli ambienti naturali, l’inquinamento, la violenza sugli animali? La biofilia è una tendenza naturale che può “spegnersi” quando l’essere umano conduce una vita artificiale o si trova in condizioni di stress profondo o totale incapacità di far fronte alle proprie esigenze fondamentali di sopravvivenza. Con conseguenze devastanti. Non dovrebbe stupire, considerato il fatto che la natura costituisce il nostro habitat naturale e l’istinto a proteggerla ci guida verso la protezione delle nostre stesse esistenze. Eppure, il concetto di biofilia è rivoluzionario, poiché ci porta soprattutto a interrogarci sulle conseguenze che l’allontanamento da questa tendenza naturale comporta per le società e il pianeta (dalle guerre per le risorse, sino all’inquinamento).
L’indagine approfondita sulla connessione biologica tra gli esseri umani e il mondo naturale ha svelato nuovi livelli di consapevolezza sul nostro legame emotivo con piante, animali e persino con il mondo minerale. Con il tempo, i campi di applicazione della teoria si sono ampliati.
Architetture verdi
L’integrazione della biofilia nella progettazione ambientale si presenta come un passo cruciale per creare ambienti che favoriscano il benessere umano. Architetti e progettisti, consapevoli di questa innata affinità, possono arricchire gli spazi abitativi incorporando elementi naturali come la luce solare, l’acqua e una varietà di piante. Questa integrazione non solo crea ambienti visivamente accattivanti ma anche luoghi nei quali le persone possono avvertire una connessione profonda con il loro ambiente, riducendo così lo stress e migliorando la produttività.
La riscoperta dell’ambientalismo innato
In aggiunta, la biofilia assume un ruolo cruciale nella promozione della conservazione ambientale. Individui che ascoltano il proprio desiderio di connessione con la natura e sviluppano una relazione profonda con essa (specie se questo legame viene coltivato sin da bambini) si sentono chiamati a proteggerla attivamente, a svolgere un ruolo di veri e propri “guardiani”. L’educazione basata sulla biofilia, che asseconda il rispetto intrinseco per l’ambiente naturale fin dalla tenera età, costituisce una leva potente per la conservazione e la sostenibilità a lungo termine.
Salute naturale
Un’analisi critica della letteratura scientifica rivela non solo l’influenza positiva della biofilia nella nostra quotidianità, ma anche il suo ruolo cruciale come strumento terapeutico. Terapie basate sulla natura, quali l’ortoterapia, lo shinrin yoku, la pet therapy e l’ecoterapia, stanno guadagnando riconoscimenti sempre maggiori, anche grazie agli studi sul ruolo del microbioma e delle essenze vegetali sul nostro benessere. Ricerche scientifiche hanno inoltre ampiamente documentato che l’esposizione alla natura può ridurre il livello di stress, abbassare la pressione sanguigna e migliorare il tono dell’umore. Un fenomeno noto come “effetto curativo della natura” e che attesta che la biofilia non è una mera astrazione teorica, ma piuttosto un principio concreto e scientificamente misurabile.
Anche se spesso definita come “l’innato legame emotivo con la natura”, la biofilia infatti va oltre il mero apprezzamento estetico, sentimentale o pratico; essa si traduce in benefici palpabili. In poche parole, essa diviene uno strumento per comprendere a fondo – e di conseguenza avere cura – della salute degli individui e delle comunità.
Per approfondire: ECO Manuale di Ecologia Totale