• ECOLOGIA • ORIENTE 8 FEBBRAIO 2023
Un saluto a Pio D’Emilia
Team Kressida
Straordinario narratore degli scenari orientali, yamatologo e antifascista

Un saluto a Pio D’Emilia
Ieri ci ha lasciati Pio D’Emilia: un dolore per tutti gli amanti dell’Estremo Oriente, che dai suoi reportage traevano spunti e approfondimenti chiari e competenti per imparare a leggerne le vicende più complesse.
Pio D’Emilia arriva in Giappone alla fine degli anni ’70, giovane laureato in giurisprudenza, con un borsa di studio dell’Università Keiō. Stregato dal Paese del Sol Levante, decide di restare. Diviene giornalista e negli anni collaborerà con diverse testate, dal Messaggero al Manifesto, dal Fatto Quotidiano a l’Espresso.
Cina e Giappone, in particolare, costituivano le sue aree di interesse principali e proprio su questi due paesi egli ha scritto numerosi libri e realizzato due tra i più interessanti documentari degli ultimi anni: “Fukushima, a nuclear story”, dedicato al disastro nucleare della Fukushima Dai-ichi (Pio è stato tra l’altro tra i pochi giornalisti ad averlo vissuto in diretta sul campo) e “YiDai YiLu la FerroVia della Seta”, sull’articolato programma cinese che mira a collegare commercialmente oriente e occidente.
In Giappone si sentiva a casa. Qui ha fondato l’associazione per la libertà di stampa Jiyūhōdōkyōkai ed è stato consigliere di esponenti del partito democratico giapponese, tra cui Naoto Kan.
Cina e Giappone: due mondi diversi, spesso di difficile interpretazione per il lettore occidentale, che Pio ha saputo raccontare con semplicità ed equilibrio, senza rinunciare a toccarne gli aspetti più controversi, a rovesciarne i luoghi comuni. Fornendoci, così, preziosi strumenti di conoscenza. Ma nel suo lavoro c’è anche un’Asia solitamente trascurata dall’informazione: le numerose crisi coreane, le rivendicazioni del popolo tibetano, le vicende politiche nelle Filippine, le dolorose proteste in Birmania.

Storico corrispondente di Sky TG24, dotato di forza gentile, ha speso oltre trent’anni spesi nella sua amata Asia Orientale, che aveva abbracciato quando l’Estremo Oriente era in buona parte meta esotica per i giornalisti italiani – con l’illustre eccezione di Tiziano Terzani – raccontando paesi di cui sapeva cogliere tutta la bellezza e la complessità, senza rinunciare a indagarne le contraddizioni.
Antifascista – e ci teneva a ribadirlo spesso – critico contro le guerre e i meccanismi nocivi del potere, esperto yamatologo e sensibile alle tematiche ambientali, ha scritto e affermato parole profonde contro il nucleare.

Nel 2017 ha ricevuto il prestigioso premio CerviAmbiente, che fu di scienziati del calibro di Konrad Lorenz e Jacques Yves Cousteau. Un uomo coraggioso, che sapeva spingersi alla ricerca della verità oltre le apparenze, anche a costo di incontrare il pericolo, l’ignoto.

Nonostante i problemi di salute non ha mai smesso di progettare, di sognare, di voler raccontare. Celebre anche l’esperimento che lo aveva portato a studiare su di sé gli effetti del passaggio a un’alimentazione sana, misurando scientificamente i progressi, per arrivare a dimostrare che siamo ciò che mangiamo (da questa esperienza è nato il documentario “Mini Size Me”), interrogandosi anche sulle conseguenze etiche delle nostre scelte alimentari.

La sua voce profonda e pacata, eppure così incisiva, ci mancherà. Buon viaggio, Pio.