• ECONOMIA & SOCIETà • FILOSOFIA & NEUROSCIENZE 3 MAGGIO 2022
La storia delle donne
di Anna Stella Dolcetti
Natalie Zemon Davis è stata la prima studiosa a occuparsi della storia delle donne, rivoluzionando l’approccio storiografico e promuovendo una visione inclusiva.

Natalie Zemon Davis è stata la prima studiosa a occuparsi della storia delle donne, rivoluzionando l’approccio alla storiografia e promuovendo una visione inclusiva.
La storiografia tradizionale ha per secoli ignorato il ruolo femminile negli eventi storici. La “storia delle donne” è esistita, eppure non è stata sufficientemente raccontata. Ma il fiorire degli “Women’s Study” come disciplina accademica, negli ultimi decenni, ha contribuito a rinnovare il metodo dell’indagine storica e a rivelare nuovi sentieri dell’esperienza femminile.
Nel 1976 la storica e antropologa Natalie Zemon Davis pubblica sulla rivista Feminist Studies un articolo dal titolo “Women’s History in Transition”.
L’obiettivo è rispondere a una domanda semplice quanto rivoluzionaria – ancor più nello scenario accademico americano degli anni ’70 (la Zemon Davis era docente a Princeton) – : Esiste una storia delle donne?

Per rispondere a questa domanda la studiosa si avvale di un gran numero di fonti, concentrandosi in particolare sulla storia moderna e su come la storiografia a essa collegata rappresenti il femminile. Dalla sua ricerca conclude che la storiografia esistente non rende giustizia alle storie delle tante donne che nei secoli hanno vissuto e plasmato il tessuto economico e sociale. Occorre allora ricostruirne il ruolo, approcciando le fonti con sguardo nuovo.
Riscoprire la storia delle donne significa allontanare le loro soggettività da stereotipi e fissità.
La storiografia tradizionale ha ignorato il ruolo delle donne all’interno del grande fiume della storia. Iscrivendole in una dimensione strettamente biologica e immutabile. Chiudendole in immaginari, fissità e stereotipi che, come gabbie, hanno reso impossibile a priori che si raccontasse il loro ruolo attivo nel forgiare epoche e modelli.
Vergine, concubina, moglie, madre o strega: nella storiografia tradizionale le donne non agiscono mai fuori dagli schemi.

La Zemon Davis è la prima a invocare una visione “pluridimensionale” dell’indagine storica.
La storia delle donne non si oppone alla “storia generale”, né deve essere considerata una “storia particolare” o alternativa.
Essa è piuttosto una storia di relazioni. E si rivela intrinsecamente legata al significato che ogni cultura – e ogni epoca – attribuisce all’individuo sulla base del suo “genere” (termine che Zemon Davis non utilizza ma che diverrà popolare con l’avvento degli studi dedicati a questa tematica).
Conoscere la storia delle donne significa valorizzare tutti soggetti e gli attori della storia. Riconoscendo che ognuno di essi deve essere indagato in virtù dei suoi legami con la cultura nella quale è immerso.
Gli studi sulla storia delle donne “fanno bene” anche agli uomini: da queste ricerche, infatti, nasce una nuova attenzione verso il mondo maschile, non più spersonalizzato e ridotto a uno standard. L’uomo non è più inteso come categoria “generale”, ma diviene categoria di genere, che deve essere indagata e compresa nei suoi meccanismi fondanti, nelle sue sfumature e relazioni.
Indagare la storia in maniera inclusiva è un processo profondo, che genera scompiglio. Si arriva a “sparigliare le cronologie”.
La definizione è di un’altra importante studiosa del settore, Joan Kelly Gadol, storica del tardo medioevo e del rinascimento.
“Sparigliare le cronologie” significa riconoscere che alcune categorie assurte a generali non sono applicabili in egual misura alla storia di uomini e donne.
L’esempio classico? il Rinascimento: per le donne non fu epoca in cui fiorire, vivere di arte e di scienza, realizzare gli ideali dell’umanesimo. Eppure anche le donne ebbero il loro Rinascimento: è il periodo della poesia trobadorica e dell’amor cortese, in cui espressero ed esercitarono forme di potere.

L’analisi dell’esperienza femminile attraverso i secoli ha portato alla luce saperi, storie, percorsi e tesori inaspettati. Ricerche che vanno di pari passo con la rivendicazione di pari opportunità e diritti, di un “potere” femminile a lungo nascosto e negato.
Per una storia più inclusiva e più giusta.