• ECOLOGIA • ECONOMIA & SOCIETà • SCIENZE & NATURA 22 APRILE 2022
Earth Day 2022 – Salviamo la Terra in Tre Passi
di Anna Stella Dolcetti
Percorsi trasformativi per interiorizzare il concetto di cura e ritrovare una connessione emotiva con noi stessi, con la Natura e con gli altri.

Earth Day 2022: da oltre mezzo secolo un’occasione per attivarsi a favore del pianeta. Ma tra eco-ansie e insicurezze, non è sempre facile far risuonare la sostenibilità nelle nostre vite. Occorrono percorsi trasformativi per interiorizzare il concetto di cura e ritrovare una connessione emotiva con noi stessi, con la Natura e con gli altri. Oggi ve ne proponiamo uno, in tre passi.
Il movimento ecologista nasce molto prima che il deteriorarsi dell’ambiente e delle qualità di vita ponessero una questione di sopravvivenza. La necessità di tutelare gli equilibri naturali sembra essere un istinto che nasce ai primi sintomi di alienazione.

La ricerca di un nuovo patto di pace con l’ambiente si sviluppa dal vivere immersi in una società “sconnessa” e frammentata, e ciò avviene sin dalle prime avvisaglie di questa tendenza, le quali, secondo la scienza, causano un malessere simile a quello sperimentato da un animale in cattività.
La necessità nasce dunque dalla sensazione che, innovazione dopo innovazione, si stiano perdendo pezzi importanti del nostro essere umani. Eppure, dopo decenni, fatichiamo ancora ad attuare azioni concrete per invertire la rotta del disastro ambientale. E non c’è solo la logica del profitto dietro: nel nostro piccolo ci sono l’attaccamento alle abitudini, il senso di disconnessione e di fatalità, le eco-ansie. E, più di tutti, l’individualismo esasperato, che ha creato una frattura tra il nostro sentire e gli altri, il pianeta, la società. Anche quando ci mostriamo sensibili, restiamo spesso chiusi in una bolla.
Il filosofo francese Antoine Garapon, sostiene che il senso diffuso di insicurezza, precarietà e vulnerabilità emanato dal mondo – che, visto con le lenti del nostro individualismo, ci appare sempre più oscuro e terribile – ci porti a considerare di maggiore importanza problemi che minacciano la nostra vita a livello personale, in modo esplicito e diretto e sempre meno quelli che minacciano la società, le future generazioni e qualunque aspetto della “vita degli altri”, percepito come lontano ed estraneo al nostro vissuto.
Sfortunatamente per noi, i problemi ambientali rientrano in questa seconda categoria: immersi nel nostro benessere (seppur precario) fatichiamo a immaginare l’impatto che avranno nei prossimi anni, così come non riusciamo a calarci nei panni delle comunità indigene che vivono il degrado degli ecosistemi come minaccia diretta alla propria sopravvivenza. Fortunatamente, le soluzioni a questo bias esistono e partono da noi.
Cambiare noi stessi e il nostro approccio al mondo può fare davvero la differenza, ora più che mai. In tre passi:
1) Insieme per l’ambiente
L’Earth Day 2022 è l’occasione per ricordare a noi stessi che siamo parte di un tutto. Nella nostra società, come afferma Bauman in “la solitudine del cittadino globale”, gli alieni diventano vicini e i vicini diventano alieni. In un raffreddamento e in una superficialità che si riflette nelle relazioni in ogni ambito della vita. “Sono fredde le persone che hanno dimenticato da molto tempo quanto calore possa trasmettere la solidarietà; quanta consolazione, quanta serenità, quanto incoraggiamento e quanto piacere possano derivare dal condividere lo stesso destino e le proprie speranze con gli altri”.

Sviluppiamo l’empatia verso le persone e verso gli esseri animali e vegetali che con noi condividono la vita sul pianeta. Creiamo coinvolgimento e calore intorno alle nostre azioni.
Per combattere l’eco-ansia occorre unirsi a difesa dell’ambiente.
2) Re-innamorarsi della Terra
L’Earth Day 2022 ci invita a fare esperienza della natura.

Quando è stata l’ultima volta che hai camminato a piedi nudi sull’erba o hai osservato delle formiche operose intente a costruire un formicaio?
Vivere la natura solo attraverso i documentari o le immagini online ci allontana dalla sua vera essenza.
Le esperienze dei sensi – odori, sensazioni tattili, colori, suoni e schemi – vissute attraverso bagni di foresta, escursioni e gite in natura, plasmano le nostre emozioni, aiutandoci a costruire un rapporto autentico e profondo con piante e animali, imparando a percepire le similitudini e le connessioni presenti sulla terra.
L’empatia nasce dall’esperienza diretta: non possiamo amare ciò che non conosciamo e da cui sentiamo, erroneamente, di essere separati.
Richard Lindroth, docente di ecologia all’università del Wisconsin, sostiene che anche “piccole pratiche” possano letteralmente riconfigurare la nostra struttura cerebrale.

Una semplice attività di connessione con la natura, come osservare una foglia o il cielo stellato, per appena 30 secondi genera un sentimento di amore e gratitudine per la Terra capace di provocare nel cervello reazioni simili a quelle che si riscontrano guardando la persona della quale siamo innamorati.
3) Mettersi in gioco
L’Earth Day 2022 ci ricorda la nostra fragilità.
Tutti abbiamo paura di soffrire. Il nostro cervello ne ha talmente tanto terrore che spesso, invece di suggerirci di lavorare alle soluzioni, preferisce bloccare ogni nostra reazione al problema. Se, in più, il problema ci sembra complesso e le soluzioni al di fuori della nostra portata, nel cervello scattano altri meccanismi di difesa e semplificazione.
Ma le neuroscienze confermano: la neuroplasticità è nostra alleata, ad ogni età, nel modificare preconcetti e abitudini.
Per “riprogrammare” questo sistema, possiamo decidere di metterci in gioco con piccoli cambiamenti che ci rendano felici e facciano bene all’ambiente, un passo alla volta. Un’alimentazione più sana a base vegetale, ripulire una spiaggia, rinunciare al packaging in plastica, sono piccole azioni dal grande impatto.
Coltivare la speranza ed essere quindi più felici e sicuri del proprio ruolo nel mondo richiede indagine, studio e comprensione delle dinamiche di cui siamo attori (e lo siamo in ogni caso, consapevoli o inconsapevoli). Non possiamo, insomma, pensare di cambiare le regole del gioco senza conoscerle. Questo comporta processi complessi di revisione interna ed esterna, che potrebbero rimettere in discussione le nostre credenze, i nostri stili di vita, le nostre posizioni. Ma che sono anche la chiave della fiducia nel potere di cambiare le cose. Rassegnarsi invece equivale, in termini di risultati, a negare che esista un problema del quale occuparsi.
Mettiamoci in gioco: faremo la differenza nella qualità delle nostre relazioni, nella conoscenza di noi stessi e nel nostro rapporto con l’ambiente.